Allarme plastica: riciclabile al 100%? Eppure finisce in discarica.Cosa serve per ‘salvare’ i prodotti in polietilene- Corriere.it

2022-10-14 21:46:07 By : Ms. Maggie Zhang

Non dovrebbero essere in discarica, eppure ci sono finiti . E con loro è andato perso un piccolo tesoro che avrebbe potuto essere recuperato e inserito in un processo di economia circolare. Si tratta dei prodotti in polietilene, un materiale in plastica rigida che, malgrado le apparenze, è riciclabile al cento per cento . Stando allo studio condotto da Ecopoietilene, il consorzio composto dalle aziende produttrici, dai distributori e dai riciclatori dei beni in polietilene, il 30 per cento dei rifiuti in plastica rigida che oggi si trovano nelle isole ecologiche sono fatti di questo materiale e avrebbero potuto essere riciclati , contribuendo alla riduzione della produzione di plastica.

Il consorzio Ecopolietilene in collaborazione con Contarina, Eco-Ricicli Veritas ed Ecolight Servizi ha condotto un’analisi dei rifiuti conferiti nelle isole ecologiche della plastica, per verificare quanto materiale potenzialmente riutilizzabile venga sprecato

I prodotti in polietilene vanno dalle confezioni ai kayak, ai guanti da giardinaggio, fino alle coperture per piscina. Questo dà modo di capire la varietà degli oggetti fatti di questo materiale e la facilità con cui possano essere scambiati per prodotti non riciclabili . Per questo, il consorzio sta portando avanti un “censimento” degli oggetti in polietilene presenti nelle isole ecologiche in collaborazione con Contarina, Eco-Ricicli Veritas ed Ecolight Servizi, il terzo dei quali è stato realizzato nella prima parte del 2022 nella provincia di Treviso.«Dopo il monitoraggio nella zona di Cuneo e in provincia di Salerno, con questa terza iniziativa abbiamo voluto proseguire nel censimento dei beni in polietilene, che vengono conferiti alle isole ecologiche, con l’obiettivo non solo di individuare le quantità di beni in polietilene che finiscono nella raccolta della plastica, ma di studiare la possibilità di una raccolta differenziata di questa tipologia di rifiuto che ha un importante valore ambientale », ha detto il direttore generale di Ecopolietilene, Giancarlo Dezio.

Nello specifico, il progetto si è concentrato nel territorio servito da Contarina, società pubblica per la gestione dei rifiuti nei 49 Comuni della provincia di Treviso aderenti al Bacino Priula. L’oggetto del censimento è stata la frazione dei rifiuti in plastica conferiti presso11 isole ecologiche (EcoCentri). Dalle quasi 8 tonnellate raccolte è stato prelevato un campione di 3 tonnellate che è diventato oggetto di analisi. Tra i rifiuti più svariati, come serramenti in pvc, taniche, cassette, secchi, ma anche del materiale non di plastica (legno, carta e metalli), sono stati ritrovati dei beni in polietilene come bins, reti ombreggianti, cassette per l’edilizia - frutto di lavori di ristrutturazione e sistemazione di aree esterne – oltre a casalinghi, arredamento da esterno e giocattoli non elettronici.

L’analisi: un terzo dei prodotti dispersi

«Diversamente dalle sperimentazioni precedenti, l’analisi del rifiuto non è stata fatta a mano, ma attraverso un processo di selezione per polimero con tecnologia ottica e meccanica», continua Dezio. «Questo ha permesso di avere una miglior capacità di individuazione dei beni in polietilene: delle quasi tre tonnellate di rifiuti plastici presi in considerazione, circa una tonnellata è risultata riconducibile alla famiglia dei beni in polietilene . Questa, sottoposta a trattamento, è stata quindi inviata alle aziende che trasformano le materie plastiche e che usano la tecnologia di estrusione e stampaggio a iniezione. I rifiuti da beni in polietilene hanno così avuto un nuovo ciclo di vita».

Il progetto si inserisce nell’azione di studio e sensibilizzazione sui rifiuti di beni in polietilene che il consorzio Ecopolietilene sta attuando nell’ottica non solamente di quantificare la produzione di questi rifiuti in ambito urbano, ma di migliorare anche la qualità dei rifiuti che vengono inviati agli impianti di recupero. «Con questo progetto abbiamo seguito l’intero ciclo di vita del rifiuto di beni in polietilene: generazione, raccolta, selezione, trattamento e reimmissione sul mercato come materia prima seconda», conclude il direttore generale. I beni in polietilene sono estremamente diffusi nelle nostre case: scopo del consorzio è anche stimolare una maggior conoscenza, sensibilizzando la popolazione sulle potenzialità ambientali di questi rifiuti.