Gli spazi blu possono avere uno straordinario effetto anche decenni dopo

2022-10-14 21:33:46 By : Mr. Harry Shen

Il blu può avere straordinari effetti sulle persone, anche a distanza di decenni. Eppure, nella storia, nell’arte, nella musica e più propriamente nelle lingue anglosassoni, il colore blu è spesso sinonimo di tristezza e malinconia. Basti pensare al periodo blu di Picasso, dalle cui opere traspare un senso di angoscia, oppure al genere blues nato dai canti degli schiavi afro-americani, che facevano uso delle blue notes per imprimere nostalgia e tristezza alle melodie. Ciò non significa che espressioni come I’m feeling so blue (letteralmente mi sento così blu) o I’m blue (sono blu), usate per dire che ci si sente depressi, tristi o giù di corda, abbiano anche una valenza scientifica. Anzi. Prove crescenti indicano che le ore trascorse nei cosiddetti “spazi blu”, come gli specchi d’acqua di coste, fiumi e laghi, o i tunnel sottomarini che ci permettono di ammirare paradisi sommersi, hanno influenze positive sulla nostra salute mentale.

Un nuovo studio, in particolare, ha rilevato che il tempo trascorso all’interno o vicino a spazi blu durante l’età infantile è legato a un maggiore gioia di vivere e, più in generale, aumenta la propensione a visitare più spesso ambienti naturali in età adulta, il che è a sua volta associato a un migliore benessere mentale. Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno preso in esame i dati di oltre 15.000 persone in 14 Paesi europei e altri 4 Paesi non europei (Hong Kong, Canada, Australia e California) raccolti nell’ambito del BlueHealth International Survey (BIS), un’indagine trasversale coordinata dal Centro europeo per l’ambiente e la salute umana dell’Università di Exeter, nel Regno Unito.

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di ricordare le esperienze vissute da bambini in spazi blu, includendo informazioni su quanto spesso li visitassero e quanto fossero a proprio agio i loro genitori/tutori mentre gli stessi giocavano in questi ambienti, nonché di riportare le eventuali esperienze in spazi verdi e blu vissute nelle ultime quattro settimane e di descrivere il loro attuale stato di salute mentale.

I risultati dello studio, pubblicati sul Journal of Environmental Psychology, hanno mostrato che le persone che ricordavano un maggior numero di esperienze infantili in spazi blu tendevano a attribuire un valore intrinseco maggiore agli ambienti naturali in generale e a visitarli più spesso da adulti. “Nel contesto di un mondo sempre più tecnologico e industrializzato – ha premesso Valeria Vitale, autrice principale dello studio e dottoranda all’Università “Sapienza” di Roma – è importante capire come le esperienze vissute nella natura durate infanzia si relazionino al benessere in età avanzata. I nostri risultati suggeriscono che costruire familiarità e fiducia dentro e intorno agli spazi blu da bambini può stimolare una gioia intrinseca della natura e incoraggiare le persone a cercare esperienze ricreative nella natura, con conseguenze benefiche sulla salute mentale in età adulta”.

La ricerca suggerisce inoltre che aiutare i bambini a sentirsi a proprio agio in contesti blu, ad esempio sviluppando abilità come il nuoto, può avere “benefici che precedentemente non conoscevamo e che si estendono a tutta la vita” ha aggiunto la dott.ssa Leanne Martin , coautrice e ricercatrice post-dottorato presso il Centro europeo per l’ambiente e la salute umana dell’Università di Exeter.

Per il dottor Mathew White, coautore e scienziato senior presso l’Università di Vienna, la scoperta di tale correlazione “si aggiunge alla nostra crescente consapevolezza della necessità che gli urbanisti e gli enti locali responsabili della gestione dei nostri spazi verdi e blu forniscano accesso a contesti naturali per il sano sviluppo psicofisico dei nostri bambini. Pertanto, politiche e iniziative che incoraggino più esperienze in spazi blu durante l’infanzia potrebbero essere un modo praticabile per sostenere la salute mentale delle generazioni future”.