Ucraina Russia, le notizie sulla guerra del 2 ottobre- Corriere.it

2022-10-14 21:33:03 By : Ms. Vicky Fang

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Le notizie di domenica 2 ottobre. Il monito ai soldati di Mosca nel video-intervento serale. La Russia chiude il trasporto stradale ai «Paesi ostili»

Due soldati ucraini su un ponte sul fiume Oskol a Kupiansk (Afp)

• La guerra in Ucraina è arrivata al 221esimo giorno. • Le truppe di Kiev hanno riconquistato la città di Lyman nel Donetsk. Si tratta di una vittoria clamorosa, per l’importanza strategica della città, ma anche simbolica, poiché avviene il giorno dopo l’annuncio dell’annessione di 4 regioni — tra cui proprio quella di Donetsk — da parte di Putin. • Il leader ceceno Kadyrov dopo la disfatta a Lyman ha violentemente criticato i comandi militari russi, e ha aizzato Putin: «Mosca valuti l'uso dell'arma nucleare tattica». • Paolo Valentino ha intervistato il miliardario russo Melnichenko, industriale russo sotto sanzioni: sulle annessioni spiega che «l’Occidente non ha ancora capito cosa significhi realmente questo passaggio: sarà impossibile da cambiare. Il caos in Russia può portare catastrofi», ed è «ingenuo e pericoloso» pensare che «tutti i problemi, in primis quelli di sicurezza, saranno risolti non appena ci sarà un cambio di regime». • Il gestore di Nord Stream 2 ha annunciato che non c'è più fuoriuscita di gas: qui Giudo Olimpio e Andrea Marinelli fanno il punto su quello che si sa del sabotaggio. • Stop alle forniture di gas russo in Italia: ieri flussi azzerati.

Ore 00:02 - Petraeus (ex capo Cia): «Se uso nucleare? Elimineremo forze russe»

Gli Stati Uniti, insieme agli alleati della Nato, «eliminerebbero» le forze russe in Ucraina se il presidente russo Vladimir Putin decidesse di usare armi nucleari in Ucraina. Ad affermarlo intervenendo ad Abc è il generale in pensione ed ex capo della Cia, David Petraeus. Per Petraeus le potenze occidentali devono prendere sul serio le minacce alle armi nucleari della Russia. «Solo per darvi un’ipotesi» nel caso «penso che risponderemmo eliminando ogni forza convenzionale russa che possiamo vedere e identificare sul campo di battaglia in Ucraina e anche in Crimea e ogni nave nel Mar Nero», ha spiegato Petraeus. Un attacco nucleare «non potrebbe rimanere senza risposta. Ma non deve essere per forza una risposta maggiore: non è nucleare per il nucleare. Non si vuole, di nuovo, entrare in un’escalation nucleare ma devi dimostrare che questo non può essere accettato in alcun modo».

Ore 23:12 - «Truppe di Kiev avanzate di 75 km»

Il sito di monitoraggio militare «Osint defender» ha scritto che le truppe di Kiev sono già avanzate di circa 75 chilometri lungo la sponda del Dnieper, avvicinandosi alla città di Berislav. L’avanzata rischia di intrappolare i soldati di Mosca in una sacca: le uniche vie di fuga sono rappresentate da due ponti poco a est di Kherson che però sarebbero stati danneggiati da bombardamenti.

Ore 23:08 - Anche Zelensky conferma l’avanzata nella regione di Kherson

Anche il presidente ucraino Zelensky ha confermato l’ibnizio dell’offensiva nella regione di Kherson: «Abbiamo già liberato gli abitati di Arkhanhelske e Myrolyubivka . Il presidente ha annunciato gli sviluppi della situazione sul campo in un messaggio radiofonico notturno.

Ore 22:53 - Fonti ucraine: offensiva di Kiev verso Kherson

Fondi ucraine ha annunciato che le truppe ucraine hanno occupato alcuni villaggi nella regione di Kherson. Secondo tali voci una parte del fronte russo avrebbe ceduto e le armate di Kiev avrebbero cominciato a riconquistare parte dei territori ceduti dopo il 24 febbraio. L’avanzata avviene in particolare lungo il corso del fiume Dnipro. Sui social hanno iniziato a comparire immagini di soldati ucraini che prendono possesso di insediamenti della zona. Si tratta di un’offensiva verso sud, diversa da quella verso oriente che nelle scorse ore ha portato alla caduta del nodo di Lyman.

Ore 22:33 - Zelensky: «Sono sicuro che riusciremo a entrare nella Nato»

«Nove Paesi della Nato hanno sostenuto le aspirazioni dell’Ucraina di diventare un membro a pieno titolo dell’Alleanza. Ci stiamo muovendo in questa direzione. Sono sicuro che realizzeremo questo nostro progetto». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto videomessaggio serale alla nazione, citato da Ukrinform .

Ore 21:48 - Petraeus: «Gli Usa potrebbero distruggere le truppe russe se Putin usasse le armi nucleari»

L’ex direttore della Cia David Petraeus ha affermato che gli Stati Uniti e i loro alleati sarebbero in grado di distruggere le truppe e l’equipaggiamento della Russia in Ucraina — oltre a far affondare la flotta russa del Mar Nero — se il presidente russo Vladimir Putin decidesse di usare armi nucleari in Ucraina, come riporta il Guardian . Petreaus ha affermato di non aver parlato con il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan sulla probabile risposta degli Stati Uniti all’escalation nucleare dalla Russia, che secondo i funzionari dell’amministrazione è stata ripetutamente comunicata a Mosca. A Abc News ha detto: «Risponderemmo a un’aggressione nucleare guidando un team Nato che eliminerebbe ogni forza convenzionale russa sul campo di battaglia in Ucraina e anche in Crimea».

Ore 21:43 - Michel ai capi di governo Ue: «Restare uniti»

Al centro del vertice informale dei capi di Stato e di Governo dell’Ue a Praga del 6 e 7 ottobre ci saranno «i tre temi più pressanti, e interconnessi»: «la guerra della Russia in Ucraina, l’energia e la situazione economica». Lo spiega il presidente del Consiglio europeo nella lettera di invito ai 27. Sul tavolo «come proteggere al meglio le infrastrutture strategiche», il caro-energia e come garantire le forniture. «Più che mai — afferma Michel —, la chiave sarà la nostra capacità di restare uniti e coordinare la nostra risposta politica, in uno spirito di solidarietà e in difesa dei nostri interessi comuni».

Ore 21:08 - A Kiev in arrivo armi da Norvegia, Danimarca e Germania

La Norvegia si unisce alla Danimarca e alla Germania nel comprare armi d’artiglieria da spedire in Ucraina. Il valore totale è di 92 milioni di euro, secondo quanto riportato dal canale norvegese TV2. Il ministro della Difesa norvegese Bjorn Arild Gram ha affermato che c’è «un forte bisogno» di dare supporto alla difesa ucraina contro la Russia e che è necessario acquistare più armi dall’industria bellica. «Ora stiamo unendo le forze per un acquisto unico», ha detto.

Ore 20:42 - Mosca: regioni annesse con i confini del giorno dei trattati

Le quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia entreranno a far parte della Federazione russa entro i confini controllati dalle forze di Mosca nel giorno della firma dei trattati di annessione, venerdì scorso. È quanto affermano i trattati firmati dal presidente Vladimir Putin e sottoposti alla Duma per la ratifica, secondo Ria Novosti . In precedenza, il Cremlino non aveva chiarito quali frontiere avrebbe considerato per Kherson e Zaporizhzhia, mentre per le regioni del Donbass aveva fatto riferimento a quelle del 2014. L’annessione a Mosca non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale.

Ore 18:21 - Austin: progressi delle truppe ucraine nella regione di Kherson

Le forze di Kiev «hanno agito molto, molto bene nella zona di Kharkiv», mentre in quella di Kherson «stanno andando un po’ più lentamente ma stanno facendo progressi»: lo ha detto il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, in una intervista alla Cnn .

Ore 18:08 - Berlino convoca l’ambasciatore russo dopo le annessioni

L’ambasciatore russo in Germania Sergey Nechayev è stato convocato presso il Ministero degli Esteri tedesco in seguito all’annessione alla Federazione di quattro regioni ucraine. Lo riferisce l’agenzia di stampa tedesca Dpa .

Ore 17:52 - Stoltenberg: «Kiev nella Nato? Serve l’unanimità degli alleati»

«La priorità principale adesso fra gli alleati è quella di sostenere l’Ucraina. Hanno bisogno di più supporto, sostegno continuo», ha aggiunto Stoltenberg parlando con Nbc . «La Nato ha una politica della porta aperta e ogni nazione, compresa naturalmente l’Ucraina, ha il diritto di scegliere il proprio percorso», ma «al tempo stesso qualunque decisione sull’adesione va presa all’unanimità, tutti e 30 gli alleati devono essere d’accordo».

Ore 16:59 - Stoltenberg: conseguenze serie se Putin usa arma nucleare

Ogni attacco deliberato a infrastrutture critiche della Nato avrà una risposta ferma e unita: lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg alla Nbc , «Qualsiasi uso di armi nucleari avrà conseguenze serie per la Russia», definendo la retorica di Putin sul nucleare «pericolosa» e «sconsiderata».

Ore 16:17 - Mosca: «Un modo per ripristinare Nord Stream sarà trovato»

I modi per ripristinare l’operatività dei gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 saranno trovati, ha dichiarato il vice primo ministro russo Alexander Novak alla televisione Rossiya-1. «Incidenti del genere non si sono mai verificati prima. Senza dubbio, ci sono alcuni modi tecnici per ripristinare le infrastrutture, ma questo richiede tempo e i mezzi necessari. Sono sicuro che si troveranno i modi appropriati», ha detto. E ha aggiunto: «Ma a questo punto, noi procediamo con la consapevolezza che la prima cosa da fare è indagare su chi ha fatto questo».

Ore 16:03 - Kiev: dieci Paesi Nato sostengono nostro ingresso

La presidenza ucraina rende noto che dieci Paesi dell’Alleanza atlantica sono favorevoli all’adesione di Kiev nella Nato. Il Consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha spiegato che a sostenere l’adesione sono «principalmente quei Paesi che ricordano la stretta velenosa dell’impero russo». «Siamo grati a questi Paesi che il senso di leadership e di responsabilità. Oggi si fa la storia», ha aggiunto.

Ore 15:37 - Cingolani: «Razov convocato su sabotaggi Nord stream»

«L’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, è stato convocato alla Farnesina per chiarire la situazione dei sabotaggi del North Stream 1 e 2. Si farà anche un punto sulla guerra, e ben venga ogni tentativo diplomatico e costruttivo per arrivare alla fine del conflitto». Lo ha detto il ministro della Transizione Roberto Cingolani durante la trasmissione Mezz’Ora in più su Raitre.

Ore 15:13 - Macron a Zelensky: Parigi condanna annessioni, lavoriamo a nuove sanzioni

Il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto oggi un colloquio telefonico con l’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky , nel quale ha ribadito la ferma condanna di Parigi all’annessione illegale da parte della Russia di 4 regioni ucraine. Lo si è appreso da fonti dell’Eliseo. Macron ha «confermato la determinazione della Francia ad aiutare l’Ucraina a ritrovare la piena sovranità ed integrità territoriale e a lavorare con i suoi partner europei in vista di nuove sanzioni», ha continuato la presidenza.

Macron e Zelensky hanno parlato della situazione a Zaporizhzhia , che resta «molto preoccupante» e il presidente francese ha in particolare «condannato l’arresto da parte delle forze russe del direttore della centrale». I due presidenti hanno sottolineato «l’urgenza, a brevissimo termine, di consentire la rotazione del personale ucraino che assicura il funzionamento e la sicurezza degli impianti» ha aggiunto l’Eliseo.

Ore 14:29 - Danimarca, falla da gasdotto Nord Stream 1 si è fermata

La falla di gas dal gasdotto Nord Stream 1 nel Mar Baltico sembra essersi fermato oggi. Lo afferma l’Agenzia danese per l’energia, informata dalla società Nord Stream Ag, secondo cui sembra essere stata raggiunta una pressione stabile sui due gasdotti Nord Stream 1. «Ciò indica che ora è stato completato anche il soffiaggio del gas delle ultime due perdite» scrive l’Agenzia danese. L’annuncio arriva dopo che l’agenzia ha dichiarato sabato che il gas non perde più dal gasdotto Nord Stream 2. Lo riportano i media danesi.

Ore 14:19 - Kiev: 24 scambi prigionieri con Russia, liberati 808 ucraini

« Fino ad oggi sono stati effettuati 24 scambi di prigionieri e 808 ucraini sono stati liberati dalla prigionia», ha dichiarato il viceministro della Difesa ucraino Hanna Maliar, come riporta Ukrinform. Maliar ha ricordato che all’inizio dell’invasione da parte dei russi, il Consiglio dei Ministri ha deciso di istituire il Comando di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra , che opera sulla base della Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa e riunisce più di dieci istituzioni e organizzazioni statali. In questo contesto, ha sottolineato che l’Ucraina rispetta tutte le norme delle Convenzioni di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra.

Ore 12:43 - Zelensky: Lyman completamente liberata da forze russe

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha annunciato che Lyman, città strategica nell’Est del Paese e situata in una delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia, è stata «completamente liberata» dalle truppe di Mosca. «Dalle 12:30 (le 11:30 in Italia) Lyman è completamente liberata. Grazie al nostro esercito!», ha detto Zelensky in un video pubblicato sui social.

Ore 12:06 - Papa: Putin fermi spirale di violenza e morte, Zelensky sia aperto a proposte di pace

(Gian Guido Vecchi) «L’andamento della guerra in Ucraina è diventato talmente grave, devastante e minaccioso, da suscitare grande preoccupazione. Per questo oggi vorrei dedicarvi l’intera riflessione prima dell’Angelus». Francesco si affaccia alla finestra del Palazzo apostolico e parla a sorpresa prima della preghiera mariana. Un appello nel quale ogni parola esprime l’urgenza di fermarsi, subito, prima che il mondo rischi una catastrofe nucleare.

È la prima volta che il Papa si rivolge direttamente ai leader di Russia e Ucraina: «Il mio appello si rivolge innanzitutto al presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte . D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al presidente dell’Ucraina a essere aperto a serie proposte di pace . A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo».

Qui l’articolo completo.

Ore 11:35 - L’ambasciatore russo Razov convocato domani alla Farnesina

L’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov è stato convocato domani, lunedì, al Ministero degli Esteri.

Ore 11:19 - Il sottomarino russo Belgorod si starebbe muovendo

Il sommergibile a propulsione nucleare russo K-329 Belgorod si starebbe muovendo nei mari artici: e c’è il sospetto che la sua missione sia testare il missile-siluro Poseidon, capace di portare testate nucleari a diecimila km di distanza. A riferirlo sarebbe una informativa della Nato, citata da «Repubblica»: l’Alleanza sarebbe in allerta e monitorerebbe ogni possibile lancio di siluri dal sommergibile. Come spiegato qui da Guido Olimpio e Paolo Valentino, il Belgorod, lungo 184 metri e largo 15, può navigare in immersione a circa sessanta chilometri orari e con un’autonomia virtualmente illimitata. Si ritiene che possa rimanere 120 giorni senza tornare in superficie. Nei giorni scorsi è stato citato nelle analisi sul possibile sabotaggio di Nord Stream, ma non ci sono prove a riguardo. Il sospetto della Nato, trasmesso ai comandi alleati, è che il sottomarino stia per sperimentare nell’area del Mare di Kara proprio il Poseidon, un siluro lungo 24 metri capace di portare una testata atomica probabilmente da due megaton, ideato per esplodere nella vicinanza della costa provocando uno «tsunami radioattivo».

Ore 09:57 - Il direttore dell'Aiea Grossi in visita a Kiev e Mosca

L'argentino Raphael Grossi, direttore generale dell'Aiea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica) , sarà in visita a Kiev e a Mosca la prossima settimana. «La visita fa parte degli sforzi in corso per istituire una zona di sicurezza nucleare intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia il prima possibile», si legge in una nota dell'Agenzia

Ore 09:38 - Zaporizhzhia di nuovo bombardata

La città di Zaporizhzhia e alcune aree circostanti sono state colpite nella notte da nuovi bombardamenti russi. Lo ha dichiarato via Telegram il governatore dell'oblast Oleksandr Starukh

Ore 08:40 - Ma la Russia è in grado di combattere una guerra atomica?

La Russia è in grado di lanciare armi atomiche tattiche? Sicuramente sì: e, secondo Ramzan Kadyrov, Putin dovrebbe farlo, al più presto. Ma Mosca è in grado di combattere una guerra su un campo di battaglia dove ha lanciato armi nucleari? Qui la risposta si fa più complicata. E, secondo il think tank statunitense Institute for the Study of War (Isw) — uno dei più autorevoli e documentati sul conflitto in corso — sarebbe negativa. Al momento, «il caotico agglomerato di soldati a contratto, riservisti mobilitati in fretta e furia, soldati di leva e mercenari, che al momento compone le forze di terra di Mosca», spiega un analista di ISW all’agenzia Reuters, «non sarebbe in grado di combattere in un contesto nucleare». In sostanza: le aree distrutte sarebbero «insuperabili» per le truppe russe.

Ore 08:09 - Atomica «tattica», perché usarla sarebbe comunque una catastrofe

(Sergio Romano ) Dopo lo scambio di battute con Vladimir Putin sul ricorso al nucleare nell’ultima crisi, il tema è diventato nuovamente attuale. Per molto tempo era sembrato impossibile che un uomo politico autorevole e responsabile prendesse in considerazione l’uso dell’arma atomica. Quasi tutti sembravano sapere che avrebbe provocato una rappresaglia non meno disastrosa e una sequenza di eventi incontrollabili. Oggi la situazione sembra essere cambiata per almeno due motivi. Il primo motivo è lo stesso Putin : troppo ambizioso, egotista e spregiudicato per credere nelle regole dell’alternanza; ed è personalmente convinto che qualsiasi cedimento renderebbe le sue pretese e la sua persona meno credibili . Il secondo fattore è la parte del discorso in cui Putin ha parlato di armi nucleari tattiche . Sono armi che non si propongono l’intera distruzione di una città o di un Paese. Vengono costruite per colpire un obiettivo specifico: una diga, un aeroporto, un nodo ferroviario, una particolare zona con importanza strategica o una nave carica di armi e viveri di prima necessità per un corpo combattente. Non vengono usate per infliggere al nemico un colpo definitivo e mortale. Vengono usate per azzopparlo, per intimidirlo, per privarlo di ciò che in quel momento gli è maggiormente necessario. Il Paese che decida di farne uso spera soprattutto di costringere la potenza nemica a cercare una intesa o chiedere un armistizio. Ma questa potrebbe anche essere la fase iniziale di un processo destinato a concludersi soltanto quando chi dispone di un’arma nucleare strategica finirà probabilmente per usarla. Una vera distinzione fra armi tattiche e strategiche, quindi, non esiste . Siamo ormai in un mondo in cui qualsiasi guerra, se combattuta fra Paesi che dispongono di cognizione ed esperienze atomiche, potrebbe diventare totalmente nucleare. (Qui l’articolo completo)

Ore 07:56 - Melnichenko: «Putin era rimasto senza scelta. E non tornerà indietro»

(Paolo Valentino, inviato a Dubai ) Quando senti parlare Andrey Melnichenko e pensi al suo patrimonio da 19 miliardi di euro (Forbes, 2021) viene in mente la pipa di Magritte. «Io non sono un oligarca», non si è stancato di ripetere il plurimiliardario russo nelle due ore che ho trascorso con lui nella hall dell’albergo di Dubai, che dallo scorso marzo è diventato la sua casa. [...] Vladimir Putin è ancora in pieno controllo della situazione? «La Russia è un Paese enorme. Putin ha il sostegno della maggioranza della popolazione e del più grande partito politico. Quindi sì, da un lato è in controllo: se prende una decisione questa viene eseguita. Ma dall’altro lato, non c’è vera competizione politica e l’esecutivo non deve rispondere alla società. Questo significa che il metro di valutazione per il successo di un amministratore sono la qualità dell’esecuzione delle istruzioni che vengono dall’alto e la dimostrazione di lealtà incondizionata a ogni iniziativa associata al nome del presidente. Ma l’attuale classe amministrativa non è particolarmente capace e nel tempo sono emersi vari centri che si sono arrogati il diritto di agire in nome del Presidente. Putin è un essere umano e non ha il controllo su questo caos, semplicemente non è possibile. Il risultato è che, durante periodi di instabilità, c’è il pericolo che questo tipo di gestione possa produrre eventi catastrofici». Dopo le recenti sconfitte subite dall’esercito russo in Ucraina, Putin ha ordinato una mobilitazione parziale e indetto i referendum per l’annessione di quattro regioni del Donbass. Perché secondo lei lo ha fatto? E questo non influenzerà la sua popolarità, come già mostrano le prime manifestazioni di protesta? «Il Presidente lo ha fatto perché non aveva scelta. La sola alternativa era riconoscere la propria debolezza e l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi dell’Operazione Speciale. Nel sistema attuale equivarrebbe a un suicidio politico. La mobilitazione aggiusterà l’equilibrio delle capacità militari. Quanto all’annessione delle nuove regioni, è una cosa molto seria. A mio avviso l’Occidente non ha ancora capito cosa significhi realmente. Una volta acquisita, sarà impossibile da cambiare. Né da Putin né dai suoi successori, per i prossimi 30 o 40 anni. In Occidente c’è l’idea che in Russia tutto è deciso da Putin e che tutti i problemi, in primis quelli di sicurezza, saranno risolti non appena ci sarà un cambio di regime. È un’idea ingenua e pericolosa. E ancora più pericolosa è l’idea che l’isolamento e la pressione economica sulla Russia possano rendere il mondo un posto più sicuro». Cosa porterà questa crisi? «Il conflitto russo-ucraino è un piccolo elemento di qualcosa di molto più grande, che sta appena emergendo. Questa crisi ci porterà sicuramente un mondo nuovo». (L’intervista integrale è qui)

Ore 07:41 - Perché la riconquista di Lyman è così importante

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kramatorsk) La bandiera gialla e azzurra da ieri è tornata a sventolare su Lyman. Non si ferma la spinta dell’avanzata ucraina mirata a riconquistare l’intero Donbass e ricacciare indietro le truppe russe addirittura oltre le posizioni da cui iniziarono l’invasione lo scorso 24 febbraio. Si tratta di una clamorosa sconfitta militare, politica e morale per Vladimir Putin e il suo entourage: subito dopo il referendum farsa (considerato illegale e condannato da larga parte della comunità internazionale) e la dichiarazione in pompa magna di due giorni fa a Mosca dell’annessione delle regioni occupate, le forze armate di Kiev dimostrano con i fatti che la realtà militare sul campo è radicalmente diversa da quella sbandierata dai russi . Non c’è annessione sulla carta o dichiarazione unilaterale che tenga: semplicemente, gli ucraini combattono meglio e con maggiore determinazione dei russi, le armi fornite loro dagli alleati occidentali, Stati Uniti in testa, garantiscono una superiorità che i soldati russi non sono in grado di contrastare. Lo conferma del resto anche lo scarno, ma realistico comunicato degli alti comandi di Mosca, che ieri, soltanto a poche ore dell’annuncio da Kiev circa i successi delle sue truppe e appena dopo le foto diffuse sui social delle bandiere ucraine sui tetti della cittadina di Lyman, ha ammesso che i suoi soldati stavano «ritirandosi per evitare di rimanere circondati e rischiare la cattura». E aggiungeva: «Nonostante le perdite subite, i nostri nemici, superiori per armamenti e numeri di forze, hanno continuato ad avanzare». Così la riconquista ucraina di Lyman, alle porte del Donbass centro-settentrionale, assume un significato fondamentale proprio per il momento in cui avviene e sembra preannunciare nuove sconfitte da parte russa. (Qui l’articolo completo)

Ore 07:24 - «Non voglio andare in guerra»: Walkie, il rapper russo, si toglie la vita

(Marco Imarisio, inviato a Mosca ) Nel 2016 aveva registrato la canzone «Stelle» insieme al rapper ucraino Artem Lojk. «Guarda come brillano le stelle sulle spalle… Chi ha detto che è facile essere giovani? I servizi ascoltano il tuo telefono oppure no? Sei sicuro di essere da solo ora che sei entrato in Telegram? Magari ti contano come se fossi uno del bestiame? Perché tu esprimi opinioni, diffondi l’estremismo, e quando smetti di parlare, ti mettono dentro per un delitto del pensiero». Adesso Lojk scrive canzoni che inneggiano «alla forza e all’onore di nostri soldati che combattono al fronte». Il suo amico, o ex amico russo è morto perché al fronte non ci voleva andare . Così almeno sostengono i suoi amici, e i dissidenti contrari all’Operazione militare speciale, che hanno trovato nel suo ultimo messaggio video i segni di una resa all’insostenibilità della mobilitazione. Walkie T, al secolo Ivan Petunin, aveva 27 anni . Si è ucciso gettandosi all’undicesimo piano del suo appartamento sulla Via dei Congressi di Krasnodar, il capoluogo regionale nel sud della Russia dove era considerato un idolo. (Qui l’articolo completo)

Ore 05:35 - La Russia chiude il trasporto stradale a «Paesi ostili»

Un altro passo in avanti sull’isolamento da parte della Russia. Il primo ministro russo , Mikhail Mishustin, ha firmato un decreto che impedisce ai «Paesi ostili» di usare il territorio della Federazione per il trasporto stradale. Sono previste deroghe per alcune categorie di merci, tra cui i medicinali e alcuni tipi di alimentari, capi di vestiario e prodotti tecnologici.

Ore 05.23 - «Non voglio andare in guerra»: Walkie, il rapper russo, si toglie la vita

(Marco Imarisio) N el 2016 aveva registrato la canzone «Stelle» insieme al rapper ucraino Artem Lojk. «Guarda come brillano le stelle sulle spalle… Chi ha detto che è facile essere giovani? I servizi ascoltano il tuo telefono oppure no? Sei sicuro di essere da solo ora che sei entrato in Telegram? Magari ti contano come se fossi uno del bestiame? Perché tu esprimi opinioni, diffondi l’estremismo, e quando smetti di parlare, ti mettono dentro per un delitto del pensiero ».

Adesso Lojk scrive canzoni che inneggiano «alla forza e all’onore di nostri soldati che combattono al fronte». Il suo amico, o ex amico russo è morto perché al fronte non ci voleva andare. Così almeno sostengono i suoi amici, e i dissidenti contrari all’Operazione militare speciale, che hanno trovato nel suo ultimo messaggio video i segni di una resa all’insostenibilità della mobilitazione.

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Ore 05:12 - Zelensky ai russi: «Lasciate Putin o sarete uccisi uno a uno»

Il presidente ucrainoVolodymyr Zelensky ha lanciato un monito ai russi nel suo video-intervento serale. «Finché non risolvete tutti il problema con colui che ha iniziato tutto, che ha iniziato questa guerra insensata per la Russia contro l'Ucraina, sarete uccisi uno per uno, facendo da capri espiatori, per non ammettere che questa guerra è un errore storico per la Russia», ha detto, dopo gli ultimi successi della controffensiva ucraina nel Donbass.

«Lì hanno già iniziato a addentarsi: cercano i colpevoli, accusando alcuni generali di fallimenti. Questa è la prima campana che dovrebbe essere ascoltata a tutti i livelli del governo russo», ha aggiunto.

Ore 05:00 - Kadyrov: «Putin usi la bomba atomica tattica»

Lo schiaffo di Kiev è stato violento. Perché, il giorno dopo l’annuncio dell’«annessione» da parte di Mosca di quattro regioni ucraine, Kiev non solo non si fa intimorire, ma conquista la città chiave di Lyman , nella regione di Donetsk — proprio una delle quattro che Putin ora considera pienamente russe.

Ed è di fronte a questo sviluppo sul campo — inatteso, almeno per la sua rapidità — che Ramzan Kadyrov , leader ceceno, ha preso la parola.

E, in un violento post su Telegram, ha invitato Putin a valutare «misure drastiche» — «fino alla dichiarazione della legge marziale nelle zone di confine e l’uso di armi nucleari a basso potenziale ».

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Ore 04.53 - Esercito Kiev: le truppe ucraine entrano a Lyman

(Marta Serafini) Le truppe ucraine «entrano» a Lyman , città chiave in mano ai russi nella regione orientale di Donetsk. Lo afferma l’esercito di Kiev. La città fa parte dei territori che Putin ha annesso alla Russia. Secondo le forze di Kiev circa 5 mila soldati russi sarebbero circondati. I combattimenti continuano.

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Ore 04.45 - Eni: «Oggi le forniture di gas russo all'Italia saranno zero»

Le forniture di gas russo all'Italia attraverso il Tarvisio saranno oggi «a zero». A darne notizia sono state sia Eni, sia Gazprom. «Gazprom ha comunicato che non è in grado di confermare i volumi di gas richiesti per oggi, considerato che non è possibile fornire gas attraverso l'Austria», ha detto Eni. Il piano portato avanti da Eni di potenziamento e diversificazione delle forniture di gas verso l'Italia permetterà di sostituire progressivamente gli oltre 20 miliardi di metri cubi all'anno di volumi di gas importati da Mosca fino allo scorso anno dal gruppo. Per quanto riguarda il gas via gasdotto, forniture addizionali stanno già arrivando dall'Algeria, dal Nord Europa e dall'Egitto. Dalla prossima primavera, inoltre, inizierà ad arrivare in modo importante tutto il gas naturale liquefatto addizionale da Paesi come Egitto, Qatar, Congo, Angola e Nigeria.

Ore 04.38 - Gestore Nord Stream 2: finita la fuga di gas

Il portavoce della società di gestione del gasdotto Nord Stream 2 ha riferito che è finita la fuga di gas dalla condotta, iniziata dopo le esplosioni sospette dei giorni scorsi nel mar Baltico.

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